La scuola di Atene VR

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La scuola di Atene VR

Scuola significa sogni e ambizioni, obiettivi raggiunti e tanti altri ancora da raggiungere. È proprio con questi termini che possiamo presentarvi il progetto che ci sta regalando e speriamo continuerà a regalarci numerosi successi. Si tratta di un’idea che è stata abbracciata sia dal liceo scientifico scienze applicate che dal tecnico informatico dell’IIS Marconi di Civitavecchia, in particolar modo dagli studenti delle classi 4Bsa, 5Bsa, 4Cinf, 2Cinf che stanno sfruttando al meglio tutte le loro capacità e competenze, scoprendone anche di nuove. Protagonista del nostro lavoro è ovviamente il celebre dipinto di Raffaello la “Scuola di Atene”. Qual è la novità?

Abbiamo deciso di affrontare lo studio non limitandoci ai nostri libri scolastici, ma tuffandoci in una realtà del tutto virtuale che ci sta permettendo di conoscere il passato mentre riflettiamo sul presente. Molteplici sono le materie che magicamente si legano tra di loro per partecipare al progetto, guidato dalla prof.ssa Luisa Sorce (disegno e storia dell’arte) affiancata dai docenti C. De Iorio (letteratura italiana e storia), G. Valdi (filosofia), C. Capobianco (informatica), M. Nannurelli (fisica) e dalla dott.ssa Marilisa Cannarsa.

Mercoledì 12 gennaio 2023, durante la II edizione del Festival VR svoltasi nella settimana dello studente, le classi hanno potuto assistere a tre seminari riguardanti proprio il metaverso e la realtà virtuale nel primo dei quali studenti e docenti hanno avuto l’opportunità di coinvolgere l’intera scuola. La professoressa Sorce ha tenuto a specificare il motivo principale della nascita di questo progetto: primo fra tutti l’avvicinamento dei ragazzi nativo-digitali alla storia dell’arte. Spesso, infatti, essi pensano che il passato non sia degno di nota, perché obsoleto, superato; le opere del passato vanno invece conosciute, valorizzate e tutelate come una risorsa che può arricchire i nostri percorsi individuali. Affrontare un capolavoro del passato in un modo così innovativo ha permesso agli insegnanti  di avvicinarsi di più al mondo dei ragazzi con l’unico intento di trasmettere l’amore per le loro discipline.

La Scuola di Atene si trova nelle Stanze Vaticane (stanze private di Papa Giulio II della Rovere), in particolare nella Stanza della Segnatura, dove Raffaello Sanzio vuole lasciare un messaggio sul vero, sul bene e sul bello. Per fare ciò il pittore adotta un tema iconografico diviso in: filosofia e teologia, che rappresentano il vero, giurisprudenza, simbolo del bene ed infine poesia espressione del bello. La nostra Scuola di Atene rientra tra le opere con tema filosofico in quanto rappresentazione di un insieme di filosofi che discutono e si confrontano; è facile dedurre proprio a partire da loro tutti gli argomenti trattati (astronomia, matematica, fisica, filosofia) grazie soprattutto ai numerosi oggetti presenti nella scena, gli stessi che poi saranno al centro di tutte le interazioni nella VR; da qui anche un altro motivo della scelta dell’opera come tema centrale del progetto, vista come un’armoniosa miscela di temi afferenti a diverse materie.

Possiamo ora partire, quindi, da questa premessa e scendere nel vivo del progetto che vedrà come protagonista uno studente del Marconi, il quale attraverso un viaggio spazio-temporale sarà catapultato nel mezzo della piazza della Scuola di Atene; sarà qui in grado, dunque, di interagire con i filosofi.

Il viaggio dello studente parte proprio dalla nostra scuola, in particolar modo dal nuovo giardino dell’Educazione e della Conoscenza, luogo prezioso per noi in quanto sede del Viale della Pace sul quale sarà puntata la lente d’ingrandimento in questa prima parte del progetto. Abbiamo pensato, dunque, che proprio un libro avrebbe potuto guidare il protagonista lungo tutto il viale, alla scoperta dei vari personaggi che ne fanno parte, per poi condurlo in un piccolo pozzo, sempre presente a scuola, che magicamente lo catapulterà nella bottega di Raffaello, secondo luogo dell’esperienza.

Nella penombra di questo luogo, ciò che colpisce l’attenzione è il cartone preparatorio della Scuola di Atene, formato da più di 200 disegni, la cui importanza è stata spiegata da Raffaello che, nel frattempo, si è avvicinato al nostro studente tenendo in mano una candela e un carboncino: ogni opera d’arte può raggiungere il suo splendore solo partendo dall’umiltà e dalla fatica di un cartone preparatorio. Raffaello lascia il carboncino sul tavolo e prende in mano un pennello invitando il protagonista, e quindi ciascuno di noi, ad entrare nell’affresco, riempiendo di colore quelle forme grigie.

È questo il punto in cui abbiamo pensato di far iniziare la magia: attraverso il dipinto si entrerà nel luogo in cui si svolgerà la maggior parte dell’esperienza. Abbiamo pensato come ambiente privilegiato per far interagire i filosofi, una piazza rinascimentale perché, come sappiamo, nel Rinascimento, diversi artisti proponevano cosiddette città ideali: progetti razionali di città basate su piazze e palazzi geometrizzati seguendo regole matematiche ben precise.  Non a caso l’affresco della scuola di Atene, insieme agli altri tre, doveva fare della biblioteca del Papa una “piccola” città ideale.

L’obiettivo che stiamo cercando di raggiungere è creare un lavoro che non sia soltanto motivo di appagamento per i nostri occhi, ma che sia in grado di arricchire, tappa dopo tappa, il bagaglio culturale di chiunque ne faccia esperienza. Le tematiche che dunque abbiamo deciso di trattare si dividono in tre macro-capitoli, il primo dei quali è intitolato “Non entri nessuno che non conosca la geometria”, scritta che si trovava all’ingresso dell’Accademia di Platone. Il protagonista ha modo, grazie a Pitagora e Platone, di apprendere il rapporto tra musica e matematica interagendo con l’epogdoon, tra geometria e materia grazie ai solidi platonici del Timeo, tra Chora e Wireframe operando un confronto tra spazio reale e quello virtuale.

Al centro del secondo capitolo, chiamato “Che cos’è la verità?”, abbiamo posizionato i Sofisti, Socrate e Platone. Tre sono le tematiche trattate in questa parte, prima fra tutte il relativismo conoscitivo ed etico dei Sofisti che, definiti da Senofonte “prostituti della cultura”, vendevano i loro insegnamenti basati sulla retorica, lodando la propria merce proprio come gli influencer dei nostri giorni. I primi tre oggetti di interazione sono due libri e un rotolo, utilizzati con un fine critico da Raffaelo che vuole sottolineare il loro essere “negozianti di merce spirituale”, interessati più al denaro che alla ricerca della verità, che per i Sofisti è sempre relativa.

“La verità è dentro di noi” è il titolo della seconda tematica che utilizza come oggetto di interazione la bocca di Socrate, le cui parole producevano “immagini divine e mirabili”. Il filosofo qui sottolinea che la verità coincide con la ricerca della verità stessa ed è sempre una conquista personale, un vero e proprio “parto”,  sollecitato dall’arte maieutica di cui Socrate è maestro.

Il secondo capitolo termina con la definizione della verità che coincide con l’essere vero, per Platone corrispondente al mondo delle Idee. L’idea è un’entità immutabile e perfetta che, insieme alle altre costituisce l’Iperuranio. Per questo motivo l’oggetto di interazione scelto è il dito dello stesso Platone che, rivolto verso il cielo, sembra alludere all’idea del Bene e all’Iperuranio.

Il terzo e conclusivo capitolo dell’esperienza è intitolato “Il mondo che vorremmo”, all’interno del quale il primo tema è “Proteggere la terra, nostra casa comune”; gli intellettuali coinvolti, Tolomeo e Raffaello, interagiscono tramite il globo terrestre come ad indicarci che oggi necessitiamo di una nuova visone geocentrica dell’universo umano, la terra va tutelata e posta al centro delle scelte politiche e civili.

Il secondo tema, “In medio stat virtus: la via della felicità su questa terra”, vede coinvolti Aristotele e Raffaello, che interagiscono tramite l’Etica Nicomachea; il movimento che parte dal dito di Platone verso l’alto continua nel palmo della mano di Aristotele che si rivolge verso il basso, raccoglie il mondo delle Idee  e lo riversa sulla terra. Così come per un autentico umanesimo digitale, la VR non va contrapposta alla vita reale, ciò è possibile se il dito verso la VR sa farsi palmo e riversarsi nella vita reale sociale e politica.

Il terzo tema è intitolato:” E tu, da che parte stai?”, gli intellettuali coinvolti sono Michelangelo e Diogene, che interagiscono con la ciotola. Ogni giorno, siamo posti tutti davanti ad una scelta: Michelangelo rappresenta quella dell’essere, del lottare, dell’interrogarsi, del voler cambiare; Diogene il Cinico simboleggia il vivere come ’cani randagi’, il lasciarsi vivere, estranei e forestieri di noi stessi.

 “E tu, da che parte stai?”. La risposta è l’inizio … dell’affresco della nostra vita.

Non sarebbe stato possibile realizzare quanto sopra esposto senza tutti gli studenti e gli insegnanti, che si stanno prendendo cura della parte tecnica del lavoro. Si tratta innanzitutto di un progetto completamente open-source, chiunque quindi può osservare, modificare e collaborare attraverso discussioni tutte contenute su GitHub. I ragazzi si sono concentrati principalmente sulla meticolosa realizzazione della piazza rinascimentale, utilizzando il software Blender, per poi portare tutto il lavoro eseguito su Unity, programma utilizzato come motore grafico. Quello su cui si sta lavorando è l’implementazione di tutti i personaggi, a partire dagli sketch realizzati proprio dagli studenti, impresa questa che si sta dimostrando ardua, in quanto è la prima volta che la nostra scuola si trova a realizzare personaggi in 3D per la VR in grado di muoversi e interagire. Come abbiamo già spiegato, quindi, il protagonista interagirà con il resto del mondo toccando gli oggetti, con l’idea, al momento, di non farlo mai parlare direttamente. A discutere, infatti, saranno due filosofi per ogni tema che speriamo di poter far esprimere nelle diverse lingue insegnate nella nostra scuola: inglese, spagnolo, francese, tedesco e cinese, affinché il progetto possa acquistare una dimensione internazionale.

Il festival VR, inoltre, ha dato un prezioso contributo allo svolgimento del nostro lavoro, in quanto anche le giornate di giovedì e venerdì (13 e 14 gennaio 2023) sono state interamente dedicate alla parte tecnico-artistica del progetto. In particolare, il primo giorno i ragazzi hanno potuto assistere ad un workshop che ha permesso a studenti e docenti di parlare e confrontarsi, per poi iniziare a lavorare concretamente su qualche modello; il secondo giorno si è potuto assistere ad una dimostrazione pratica. Grazie a questi eventi, alcuni ragazzi si sono aggiunti alla collaborazione per il progetto scegliendo di mettere in gioco loro stessi e le loro capacità. Cogliamo dunque l’occasione per invitare chiunque sia interessato a partecipare al programma beta dell’esperienza della Scuola di Atene in VR a scrivere un’email a vr@marconucloud.it, sarà il benvenuto.

Lavorare a questo progetto, che specifichiamo essere pluriennale, sta dando a noi ragazzi l’opportunità di partecipare ad una vera e propria scuola di vita, condividendo tempo e conoscenze, ascoltandoci l’un l’altro e dimostrando a noi stessi e a tutti che ognuno di noi è importante, ma solo unendo i nostri cuori e le nostre menti possiamo creare qualcosa di veramente bello che possa lasciare il segno e che, soprattutto, possa rappresentare il nostro ideale di scuola.